COME IL COVID HA CAMBIATO LA NOSTRA VITA
L’atteggiamento delle persone è mutato, c’è dismissione da un punto di vista psicologico soggettivo e sociale; c’è una forma di sconfitta: abbiamo visto che non c’è tecnologia, sequenziatore genetico, politica sociale che possa sostenere l’individuo e il virus continua a essere un pericolo sovrastante anche con tutti i mezzi che disponiamo e che abbiamo messo in campo per contrastare la diffusione dell’agente patogeno.
Un pericolo per tutti
Viviamo un pericolo generalizzante così come è successo durante la seconda guerra mondiale quando chiunque poteva essere colpito, a prescindere dello stato sociale. Così come allora, oggi il pericolo è inoppugnabile.l’individuo si sente inetto di fronte ad un destino rischioso, contro il quale non esiste forza sufficiente. Chiunque ha consapevolezza che non esiste nessuno immune dal rischio.
L’uomo e il rapporto con l’ignoto
La grande sfida è l’ignoto, materializzato nel dramma del contagio; come sempre, la mente teme l’ignoto, non ne è affatto incuriosita Essa è insidiata da quello che non conosce, che può nascondere un potenziale pericolo.
Nonostante sia chiara la presenza di un rischio, se esiste chi ne è immune, chi possiede gli strumenti che eludono il pericolo, l’uomo ha una speranza inconsapevole ma viva, che qualcosa di positivo possa accadere, che lo escluda dal pericolo. Quella sorte appartiene a qualcuno anche se non a sé stesso. Viceversa, l’ignoto rappresenta una ipotesi negativa potenzialmente imminente, sconosciuta e dunque inabbattibile. Nella pandemia non c’è nessuno che sia immune dal rischio di contrarre il morbo. Proprio questo rende evidente quanto sia effimera e fragile la vita biologica da cui siamo inevitabilmente dipendenti.
L’uomo è fatto dalla propria esperienza nella realtà; essa non è letta non in modo razionalistico ma mentalistico: la mente non si muove con la razionalità ma attraverso flussi emotivi: se manca la ragionevole ipotesi di rassicurazione, prevale quell’ignoto da cui ogni essere fugge, per far posto all’emozione della paura.
Le conseguenze psicologiche del Covid
Stiamo vivendo e affrontando le conseguenze del Covid-19 da un punto di vista medico, ma presto avremo davanti quelle psicologiche, che si prevedono ingenti. Non abbiamo idea precisa di quali saranno i danni psichici che già si manifestano all’interno della struttura individuale: assistiamo già adesso a tentativi di suicidio in età adolescenziale, rarissimi fino ad oggi ma recentemente presenti su base nazionale. Quando l’individuo (adolescente o no) avverte un distacco rispetto alla capacità di esistere, mediante l’accesso alla sua consuetudine, sfida il virus o qualunque altra forma di pericolo, nello spontaneo e in parte inconsapevole tentativo di sentirsi prevalere, vincente rispetto all’ignoto di cui si è detto.