ANORESSIA NERVOSA
Al momento attuale l’Anoressia Nervosa è il disturbo del comportamento alimentare più urgente , a causa delle sue caratteristiche e degli effetti che produce. In passato era conosciuto anche come Anoressia Mentale, termine che ne esalta l’origine, ormai frequente.
La caratteristica distintiva consiste nel forte timore di ingrassare, abbinato alla percezione errata della propria forma corporea, considerata eccessiva anche a fronte di un evidente dimagrimento; ne consegue una ristrettezza nell’alimentazione.Si tratta di un disagio che deve essere innanzitutto osservato nella sua origine oltre che nello sviluppo; affrontandolo con il Processo Anevrotico se ne osservano aspetti da approfondire.
CONDIZIONI GENERALI
Nella ricerca delle cause prime dell’Anoressia Nervosa o di altri disturbi del comportamento alimentare, è determinante considerare l’insieme dei motivi di natura Bio-Psico-Sociale, in cui possiamo distinguere vari motivi, culturali o derivanti da altri disagi psichici. Come accade in molti disturbi di natura psichica, non è possibile individuare con certezza un motivo iniziale, ma piuttosto un ventaglio di possibilità da cui origina il disagio.
In particolare le cause biologiche indirette possono consistere nella presenza di un fattore predominante, come la stessa appartenenza al genere femminile, sebbene risulta in aumento la sintomatologia maschile. Le cause psicologiche hanno certamente predominanza, congiuntamente ai fattori familiari che incidono sull’insorgenza del disturbo.
Attenzione deve essere rivolta all’esordio dei sintomi, Che spesso coincide con una dieta dovuta a sovrappeso anche modesto, seguito da un drastico aumento sia dell’attenzione rivolta alla propria conformazione, sia dell’incapacità di rilevare il dimagrimento intenso che si instaura. Il soggetto non è in grado di determinare con realismo la propria forma corporea.
In un primo periodo la vita dell’individuo non cambia in maniera apparente ma è proprio in quel momento che egli si convince intimamente di riuscire ad ottenere ogni risultato tra quegli desiderati, superando le difficoltà che si presentano nel perdere peso con questa velocità.
In questo momento la presunta capacità di controllare l’alimentazione viene estesa ad ogni altro genere di impegno, come lo studio, l’apprendimento ed ogni risultato ottenibile nella vita pratica, come se l’individuo si sentisse esageratamente protagonista: riesco a controllare ed organizzare la mia esistenza in ogni argomento della vita.
Fin dal suo esordio l’Anoressia nervosa comporta una grande intensità verso il raggiungimento dei risultati in ogni argomento. Il soggetto si impegna in modo spasmodico per l’ottenimento di ogni obbiettivo, raggiungendo una consapevolezza irreale in cui vede possibile ogni meta; la sua capacità non ha limiti. Da questo deriva una sensazione simile a quella di onnipotenza. Il procedere porta all’aumento delle restrizioni alimentari ed il controllo che ne deriva determina l’aumento di ansia e di sforzo nel determinare il ritmo incessante dei risultati nei vari settori, pretendendo il raggiungimento delle mete in modo solitamente insaziabile.
I sintomi più significativi sono:
- restrizione nell’assunzione di calorie, che provoca una diminuzione significativa del peso corporeo in relazione ad età, caratteristiche di genere e di sviluppo personale
- accentuato timore di prendere peso, anche a fronte del fatto che la massa corporea continua a diminuire.
- alterazione nella percezione del peso e delle conformazione. Si sviluppa il dismorfismo corporeo, in cui l’alterazione psichica arriva a far perdere lucidità vedendosi con forme in forte eccedenza nonostante si sia chiaramente sottopeso.
- nelle donne può essere presente amenorrea, ovvero perdita del ciclo mestruale. Tale caratteristica si verifica in circa il 50% di coloro che soffrono di Anoressia Nervosa.
ANORESSIA NERVOSA E TEORIA DEL PROCESSO ANEVROTICO
Tra gli altri, è necessario porre attenzione ad un aspetto sintomatico: nell’espressione del disagio il dimagrimento non è più visto con pensieri realistici ma piuttosto filtrato da una distorsione irreale ed illimitata. Ad essa segue un’attenzione ossessiva all’assunzione alimentare ed al bilancio ossessivo tra calorie assunte e quelle utilizzate, mentre viene falsificata la propria forma fisica, considerata in modo irreale e comunque in eccesso, al punto da eseguire continui esercizi rivolti non solo a bruciare calorie, ma anche a trarre ansia, utilizzata paradossalmente per opporsi ad una tensione interna che affiora ogni qualvolta si ceda alla fame e ci si alimenti anche in modo modesto. L’ansia viene impiegata per distogliere l’attenzione da una paura di cui egli stesso ignora l’origine.
È fin dall’esordio dei sintomi che l’individuo avverte che tutto gli è diventato possibile ed ostacola la sensazione di fame che continua a non soddisfare. Tollerando la fame si percepisce potente, in una forza che lo determina, in cui si sente capace di superare le fatiche che compie. L’ansia che ne deriva è utilizzata per abbattere la tensione cronica, dovuta al lontano apprendimento di non avere percezione di Sé, in un ambiente (percepito) sempre più avverso. La sensazione vissuta è quella di una difficoltà da superare, a cui prepararsi.
Chi soffre del disagio di anoressia, combatte con ogni sforzo il desiderio di alimentarsi nonostante il bisogno di nutrirsi in abbinamento alla misurazione calibrata ed ossessiva delle quantità caloriche assunte. Tutto a prova delle sue capacità. Non può fallire.
Da lì in poi questa ipotesi viene estesa ad ogni aspetto della vita.
Spesso gli altri componenti della famiglia o della società non sono nella condizione di rilevare l’esordio ed il progredire del disagio, né tantomeno di attenuarne la potenza, ormai resa stabile dalla stessa ansia che deriva dal disagio sempre più esposto. Avverte la certezza di raggiungere qualunque risultato, mentre la sua mente guadagna la sicurezza irreale di gestire ogni attimo dell’esistenza. In quel momento il potere che immagina di aver raggiunto è inarrivabile, mentre si riducono le capacità di percepire messaggi realistici dall’ambiente di vita, che lo richiama ad interrompere questa corsa folle.
Per comprendere la condizione che si instaura è necessario rendersi conto cheil disturbo anoressico comporta ansia e rabbia mista a paura repressa ma intensa, il tutto utilizzato come un farmaco allo scopo di attenuare la tensione interna, di cui l’individuo non ha reale consapevolezza, creando un circolo potenzialmente inarrestabile. In realtà per mezzo dell’ansia che si sprigiona dall’osservare in modo maniacale l’alimentazione, peso corporeo e dispendio di energie, viene attenuato una tensione da cui si sprigionano i sintomi oltre ai motivi che ne determinano l’origine.
Per l’insieme di questi motivi, Pur di averne ragione, inconsapevolmente viene espansa l’ansia che deriva dal controllo di alimentazione, peso e sulla forma corporea.
È possibile che paradossalmente l’Anoressia Nervosa sia utilizzata come il rimedio estremo ad una carenza psichica, insorta per avere interpretato l’ambiente come inadeguato oppure ostile, nel corso di momenti salienti dello sviluppo. L’origine di questa elaborazione è estremamente precoce nel corso dello sviluppo, fin dall’età perinatale.
La condizione più auspicabile per un essere in crescita è avere un significato per gli altri nel mondo. Si tratta di un’acquisizione basata su una necessità spontanea ed innata, da questo emerge la gran parte delle disfunzioni di questa natura. Da questo deriva la ricerca spasmodica di poter orientare la propria vita controllandone i bisogni. Dominando la fame si ha la percezione illusoria, ma potentissma, di agire sull’ambiente fino ad immaginarlo meno imprevedibile e nemico. Tutto avviene al di fuori di ogni consapevolezza e questo argomento di per sé incredibile, assume forza e vigore.
Per quel che riguarda il trattamento psicoterapeutico, è necessario che sia fatta affiorare la condizione di ostilità percepita dall’ambiente. Questo risultato può essere perseguito mediante una relazione terapeutica tendenzialmente anevrotica, in abbinamento ad un’attenzione multidisciplinare, che comporti l’intervento di continue indagini di clinica medica, congiunte all’osservazione del terapeuta, fortemente abbinato al paziente. Particolare attenzione deve essere posta all’immagine del proprio corpo, in modo che possa prevalere l’immagine reale di sé: quanto il soggetto riesce a vedersi in modo realistico costituisce una prova fondamentale della sua condizione.
Accade spesso che nella fase di remissione il soggetto sia investito da un tratto depressivo dovuto alla comprensione di quanto sia, o sia stato, inappropriato il suo comportamento. Nella teoria del Processo Anevrotico riveste particolare importanza la presenza di ansia utilizzata in modo “farmacologico” per combattere una propria profonda depressione. Come a dire che l’ansia avvertita viene utilizzata per evitare un malessere maggiore, a cui il paziente si sottrae facendo appello ad una rabbia superficiale ma intensa, impegnata per vincere un’inquietudine interna e potentissima, spesso inspiegabili secondo la logica. Affiora l’incertezza del senso della propria esistenza che accompagna la vita di quell’essere senza che lui ne sia mai venuto a conoscenza, senza che conosca la forza del suo stesso patire.
L’individuo deve essere tratto in salvo rassicurandolo tramite linguaggi psicologici diversi da quelli consueti, che arrivino direttamente al nucleo ed all’origine del suo patimento, ormai dimenticato.
Tutto questo è possibile!
CARATTERISTICHE
In Occidente, le donne affette da anoressia nervosa sarebbero tra lo 0,9 e il 4,3%, mentre gli uomini circa lo 0,3%. I soggetti più colpiti sono adolescenti, tra i 14 e i 17 anni o comunque nella prima età adulta. Spesso il disturbo ha esordio dopo una dieta che presto diventa forzata e restrittiva.
Sono stati individuati dei fattori di rischio per lo sviluppo dell’anoressia nervosa, tra i quali:
- I soggetti con disturbi d’ansia durante l’infanzia mostrano un maggior rischio di sviluppare l’anoressia nervosa.
- Nelle culture dove la magrezza è considerato un pregio, esiste un aumento di rischio di sviluppo di anoressia Venosa.
- Fattori genetici, nel senso che è presente un maggior rischio di anoressia nervosa tra i discendenti diretti di soggetti anoressici.
Al contrario di quanto suggerisce la derivazione del termine, l’anoressia Nervosa non si distingue per la mancanza di appetito; viceversa la sensazione di fame viene avvertita ed amministrata all’interno di un vero e proprio vortice disfunzionale che provoca il controllo ossessivo dell’alimentazione e del peso: proprio questo porta alla certezza di determinare la propria vita: in questo modo si avverte il dominio che nella realtà appare mancante. Questa dinamica paradossale rappresenta la prova di avere un “significato ed una capacità”, testimoniata dal riuscire a tollerare con successo la fame avvertita in tutta la sua forza, percepita come frustrante ma dominata, determinando la sensazione di successo spasmodico ed irreale sulla vita. La stessa di cui avverte un peso insostenibile.
Tutto questo diventa pericoloso con il consolidarsi del disagio, accompagnata spesso da perfezionismo, che costituisce una ulteriore prova del proprio successo e della potenza che “finalmente” si avverte.
ALTRI DISAGI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
Altri disturbi del comportamento alimentare sono la Bulimia Nervosa, la cui determinazione nasce storicamente dopo l’Anoressia, intorno agli anni 80, mentre prima di quel periodo era associata direttamente all’Anoressia stessa. Nel caso di bulimia, le restrizioni sono inframmezzate da abbuffate in cui viene ingerito una grande quantità di cibo in un tempo ridotto. Spesso chi soffre di bulimia riesce a mantenere un aspetto fisico sommariamente normale, che non necessariamente lascia intravedere il disagio grazie a condotte di eliminazione ed assunzione di farmaci che consentono di smaltire le calorie dovute alle sostanze assunte.
Il Disturbo da alimentazione incontrollata o Binge Seating Disorder è un’altra modalità del disagio del comportamento alimentare, in esso L’abbuffata è determinata da condizioni che si presentano in modo non previsto, come invece accade nel caso della Bulimia.
Altro disturbo del comportamento alimentare riguarda l’obesità, responsabile di gravi incidenze in ambito di salute pubblica. Ancora, disturbi dell’alimentazione di origine psicologica possono essere la Pica che comporta l’assunzione di sostanze non commestibili, il disturbo di ruminazione.
Una nota particolare va al Night Eating Syndrome, caratterizzata da assunzione incontrollata di cibo prevalentemente in orari notturni.