COSA SI SCATENA NELLA MENTE DEI GIOVANISSIMI?
In questa lunga intervista tenuta per Antonio Sorvillo, giornalista di Firenze Today, emerge un quadro preoccupante e specifico, che mette in evidenza la necessità di approntare risorse in grado di arginare per quanto possibile il fenomeno del disagio psichico in tempo di Covid-19
Sono stati resi noti i dati relativi all’incremento del disagio mentale in Toscana nel corso della pandemia COVID-19. Si tratta di incidenze sempre più evidenti, che interessano ormai un enorme numero di individui. Quello che più preoccupa a latere della condizione pandemica, è certamente l’aumento dei disturbi psichici, in particolare presso le fasce giovanili. Di tali riscontri la direttrice dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, dottoressa Gulino, ha riferito recentemente presso la Commissione Sanità della Regione Toscana.
Dottor Pinzani, i dati portati all’attenzione della Commissione Sanità della Regione Toscana sono indubbiamente clamorosi e destano preoccupazione…
Purtroppo confermo che nella pratica clinica si riscontra un aumento dell’incidenza del disagio mentale e l’accentuazione della gravità dello stesso. Il fenomeno oltre ad essere aumentato nella rilevanza, investe soggetti di età media inferiore rispetto al passato, i quali presentano un aumento della gravità. Oltre a questo, si osserva che nell’ultimo periodo si presentano contemporaneamente difficoltà relazionali e sintomatiche di diversa natura.
Chi sono coloro che risultano più facilmente colpiti dalla condizione di difficoltà?
I più suscettibili sono coloro che presentano maggiore fragilità generale, derivante da aspetti precedenti o sovrapposti alla situazione attuale. Per questi motivi nelle fasi di sviluppo spesso il disagio é osservabile grazie ad una analisi specialistica, ma spesso i danni vengono manifestati più avanti negli anni.
Questo accade in qualunque fascia di età oppure vi sono tipologie più suscettibili?
I giovanissimi dispongono di una tolleranza eccezionale ma sono inevitabilmente sensibili, per un fattore che riguarda lo straordinaria capacità di apprendimento dalle circostanze ambientali, motivo per cui assorbono in modo diretto le emozioni che rilevano nell’ambiente. Proprio questa proprietà costituisce la chiave della loro facilità di assumere i tratti emotivi ambientali ma ne spiega anche la suscettibilità nei confronti dell’ambiente famigliare.
Possiamo individuare le cause di questa condizione di ingravescenza sociale?
Il motivo è da rintracciare nell’aumento dell’incertezza che in questo periodo deriva in gran parte dalle cause sanitarie, che investono aspetti individuali e collettivi. In coloro che presentano difficoltà è possibile che venga indebolita la struttura psicologica generale e la condizione di difesa mentale solitamente presente. Per comprendere questi aspetti dobbiamo riferirci al serbatoio di paura che si è accumulato nel corso dell’ultimo anno, a prescindere dal ceto sociale, occupazione e condizione del singolo.
Per questo chiunque ha maggiori sofferenze psichiche anche senza rendersene conto?
È inevitabile che anche personalità strutturate solidamente possano esporre un risentimento che si accumula nelle parti intime della coscienza. La mente non dimentica niente di quanto assume e di quanto suscita, accumula ogni circostanza e nel caso non vi sia una condizione di riequilibrio è possibile che esponga un malessere anche a distanza di tempo, esponendo l’accumulo di cui ha sofferto. Potremmo dire che nella mente il passato non esiste, nel senso che ogni entità psichica vive tutto al presente, anche quello che sembra dimenticato. Questo avviene in ogni argomento.
Per questo funzionamento, proprio le personalità reduci da disagi passati sommati a i presenti, arginano come possono, dissimulando spesso anche a sé stessi una sofferenza che incide sulla propria capacità di reagire a questo periodo storico.
Cosa accade di caratterizzante nelle famiglie in questo periodo?
Per forza di cose sia la famiglia che l’insieme sociale risentono inevitabilmente in modo più o meno diretto ed evidente, di una difficoltà che al momento risulta inabbattibile. Siamo in un momento in cui non si intravede nessuna soluzione se non quella espressa dall’attività collettiva. Questa circostanza, da una parte mette tutti allo stesso piano e dall’altra stabilisce un clima difficile da tollerare mentalmente. Individuo e società hanno la stessa sorte e le stesse, modeste capacità di risolvere il dramma che deriva da un nemico tendenzialmente inaccettabile, poiché immateriale.
Esiste differenza nelle reazioni messe in atto nelle differenti fasce di età?
L’incidenza del disagio mentale nelle varie manifestazioni è aumentata in modo rilevante in tutte le fasce d’età; a questa condizione ognuno reagisce con le risorse di cui dispone e tra queste in primo piano l’aumento dell’aggressività.
In particolare un dato esemplificativo riguarda l’aumento dell’intolleranza nei rapporti interpersonali; lo stesso che ha causato un incremento della violenza domestica. Questo significa che nelle situazioni collettive e famigliari in cui erano già presenti difficoltà di rapporto, si sono acuite le discrepanze, fino a manifestare atti gravissimi di aggressività e violenza domestica. Chiunque sia coinvolto ed in particolare gli individui nel corso dello sviluppo, non potranno non subirne le conseguenze.
Quali sono le tipologie di disagio psichico maggiormente presenti in questo periodo?
La reattività psicologica in seguito alla percezione di un pericolo, attiva una condizione rivolta ad affrontare la circostanza ostile. Nel caso non si arrivi ad una soluzione del problema, l’apparato mentale si stabilizza e produce un processo attentivo esasperato, rivolto ad affrontare la causa. Se la risoluzione tarda ad avvenire accade che la condizione individuale si cronicizza in una forma spasmodica di tentativo di controllo di ogni aspetto dell’ambiente e si instaura un sistema di attenzione spasmodica che può arrivare all’esasperazione. In questa conformazione vive l’ansia disfunzionale, la quale allontana da una maggiore probabilità di affrontare con successo la realtà, ma tuttavia rimane presente in maniera tendenzialmente predominante. In pratica è come se l’individuo diventasse un guardiano di quello che percepisce senza alcuna possibilità di comprendere le soluzioni possibili.
Ugualmente, la depressione che spesso coesiste con il disturbo dello spettro ansioso, è spesso dovuta al ripetersi della frustrazione percepita nel tentativo infruttuoso di risolvere il problema. Per questo motivo depressione ed ansia sono le condizioni connotative della realtà degli ultimi mesi.
Quello che accade oggi negli adolescenti affetti da ansia e depressione è in relazione all’avere avuto una formazione tipica dei nativi digitali?
Essere nati nel mondo digitale, porta inevitabilmente a considerare più tangibile la realtà evanescente e fuggevole del digitale stesso. È come dire che la realtà abbinata al web è “più vera” per chi è nato o si è formato in questi ultimi decenni, mentre resta più complessa da affrontare la realtà “reale” della quotidianità. Tutto questo fino al punto di pericolo, in cui la realtà immaginata assume maggiore rilevanza di quella da vivere. Si tratta di uno dei pericoli da scongiurare da oggi in avanti.
Possiamo immaginare ripercussioni diverse di questa condizione nel breve e nel lungo periodo?
La violenza e l’aggressività percepita oggi avrà certamente ripercussioni nel tempo a venire. In particolare i giovani sono vittima spesso inapparente dell’assistere a condizioni familiari e sociali inopportune, dovute ad una convivenza a cui talvolta oggi gli adulti sono costretti, fino ad arrivare ad un clima di incertezza e tensione. I giovani o giovanissimi ed i soggetti deboli dal punto di vista psicofisico possono essere sia vittime dirette della violenza che subirne le conseguenze in modo indiretto: nelle in particolare nelle fasi di costruzione individuale, inevitabilmente la mente subisce l’ambiente. Si tratta di un aspetto educativo che forgia gli individui lasciando in essi un’impronta debilitante che non può non avere ripercussioni, sia nel presente che nel futuro.
Come avviene che le paure suscitino aspetti di disagio?
Dobbiamo immaginare la mente come un grande contenitore, in esso vengono affrontate le condizioni della realtà in relazione alle risorse individuali. In questa fase storica è evidente che esiste una difficoltà pratica che suscita quella psichica, che si innesca all’interno dell’uomo e che incide in ogni aspetto dell’esistenza. Accade in questo modo che la paura si renda via via più solida fino a conformare sistemi disfunzionali che colpiscono prima i cosiddetti disturbi dell’adattamento fino ad arrivare a quadri psicopatologici che sono in grado di accentuare i tratti di disallineamento eventualmente già esistenti oppure di suscitarne di nuovi, accelerati dall’enorme catalizzatore dell’ansia.
Quali sono gli aspetti che testimoniano la difficoltà sociale dovuta al disagio psicologico in seguito all’emergenza sanitaria?
Certamente vi sono aspetti che costituiscono un segnale dovuto alla condizione sociale in corso; tra questi il consumo di psicofarmaci, che è aumentato in modo rilevante, in particolare per gli ansiolitici ed antidepressivi; ugualmente le liste di attesa per le visite specialistiche nel settore pubblico hanno avuto un incremento di entità mia registrata. Tutti gli elementi testimoniano la particolare condizione a cui assistiamo in seguito all’emergenza sanitaria che ha ripercussioni non solo nella sintomatologia classica ma si esprime anche in ogni altro elemento che testimonia la salute, in primis l’ambito psichico.
Quali mezzi abbiamo per arginare questa condizione?
I mezzi sono quegli terapeutici nelle diverse modalità di psicoterapia e farmacologia, ma ancor prima quelli preventivi, nel senso che gli uomini devono tornare ad osservarsi tra loro manifestando una cura, nel senso di attenzione, prima ancora che di intervento specialistico. Gli individui uniti da un legame emotivo devono essere oggetto di una osservazione che vada al di là dell’accudimento pratico. Ai figli, ai compagni di vita, a coloro che hanno un ruolo nella nostra esistenza, deve essere chiesto come si sentono, quali e “dove” sono le loro paure, deve essere osservata la loro reazione, immaginata la loro condizione intima. Ogni individuo percepisce quando il proprio interlocutore tende a comprendere come egli si senta nel proprio intimo. Questo, prima di ogni altra cosa, fa la differenza; non solo in corso di pandemia, ma in qualunque attimo dell’esistenza.
Quali sono i sintomi che per primi hanno esordio e che possono denunciare con un minimo di anticipo una condizione destinata ad aggravarsi?
Ogni essere esprime con maggior rilievo l’aspetto in cui soffre della maggiore difficoltà e debolezza, per questo motivo non esistono comportamenti che certamente denuncino un deperimento psichico. Tuttavia vi sono condizioni che spesso costituiscono un indicatore importante. Certamente gli aspetti relativi al ritmo sonno veglia rappresentano elementi di forte significato, nei quali si esprime una circostanza di difficoltà. Nella società attuale,da molto tempo tutto può avvenire in ogni momento delle ventiquattro ore, dagli acquisti alle relazioni, ormai in gran parte virtuali. Questo concorre alla dispersione delle parti della giornata, accentuando la possibilità dei disturbi del sonno. Proprio questa caratteristica rappresenta un aspetto fondamentale dell’equilibrio psichico, in cui hanno luogo stati di coscienza differenti dalla veglia e proprio per questo facilmente suscettibile di variazioni in presenza di difficoltà. Il sonno è un elemento ancora in parte misterioso, luogo di incontro delle componenti umane più suscettibili.
Dunque il sonno riveste questa importanza? Quali sono gli effetti della reazione ansiosa sul ritmo sonno veglia?
La difficoltà di sonno è un indicatore primario della complicata reazione alla realtà; essa implica un impoverimento cognitivo, irritabilità, perdita di memoria fino ad arrivare ad allucinazioni ed indebolimento del sistema immunitario; tutte condizioni ampiamente approfondite sperimentalmente, che collegano lo stato fisico a quello psichico. In particolare nella condizione pandemica viene a verificarsi una minaccia per la salute fisica che ha ripercussioni certe nell’ambito dell’espressione mentale, come espone l’enunciato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che definisce la salute una “condizione di benessere sia fisico che mentale”. In questo caso è evidente come la minaccia per la salute fisica coinvolge l’aspetto psicologico.
La condizione di grave difficoltà sanitaria in ambito psicologico era stata prevista da voi professionisti del settore?
Sia i singoli professionisti che le forme di aggregazione degli stessi hanno da molto tempo esposto il rischio praticamente inevitabile in ambito di disagio mentale. Io stesso ho affrontato l’argomento in più sedi nelle diverse circostanze. Ora è diventato indispensabile agire.
La sanità pubblica riesce a riparare al danno che si sta sviluppando?
Molte scuole di primo e secondo grato, relativamente alle possibilità di cui dispongono, hanno approntato interventi mediante attivazione di psicologi. Tanto l’Ordine degli Psicologi della Toscana e di altre regioni, quanto opere assistenziali di diversa natura hanno allestito unità di professionisti allo scopo di rispondere alla prima richiesta di aiuto da parte dell’utenza. Per quanto riguarda la Sanità Pubblica, affiorano le difficoltà relative alla carenza di personale già lamentate in altre occasioni, ma la volontà di collaborare è evidente, al punto che gruppi di colleghi si sono messi a disposizione anche gratuitamente per far fronte almeno alla richiesta. Quanto prima sarà necessario allestire percorsi di psicoterapia adeguati, assolutamente indispensabili. Sia l’Ordine degli psicologi e psicoterapeuti che i singoli professionisti, stanno facendo quanto possibile per far fronte all’impatto già evidente. Si tratta di una prova di portata rilevante. Purtroppo è prevedibile che la situazione andrà aggravandosi nel futuro prossimo.
Intervista pubblicata su Firenze Today