Il virus rappresenta una condizione biologica dotata di particolari caratteristiche che gli permettono di replicarsi esclusivamente all’interno di una struttura cellulare, determinando parassitismo. L’attualità di questi giorni riguarda un virus specifico il 2019-nCoV, noto con il nome di coronavirus (osservando l’immagine al microscopio si comprende il motivo del nome), facente parte di una tipologia tra cui ve ne sono di sostanzialmente offensivi. Si tratta di uno degli elementi che vedono la luce nel corso della dinamica biologica terrestre.
É opportuna un’altra analisi di carattere psichico, generalmente taciuta, ma in grado di spiegare una certa parte del messaggio sociale che ne deriva e che produce ed alimenta la diffusione dell’incertezza. La facilità di propagazione del messaggio mediatico a cui andiamo soggetti fa in modo che ogni pericolo potenziale diventi effettivo in uno spazio di tempo brevissimo ed è in esso che viene esasperata e vissuta come attuale qualunque ipotesi purché realistica.
ll coronavirus, insieme ad una moltitudine di altri argomenti, dà il senso del pericolo connaturato nell’individuo che alimenta l’immagine di un disastro imminente (purtroppo realisticamente possibile), dando vita ad un sistema di ansia umana dovuta all’insieme dei messaggi che legittimamente percorrono la macchina dell’informazione, che oggi molto più di ieri serpeggia, prodotta con velocità impressionante. Si tratta di un aspetto indispensabile da puntualizzare ed osservare, nonostante sia un prodotto necessario della nostra epoca.
L’ansia di questo secolo si diffonde nei vari argomenti certamente autentici, contenuta da nuove patologie, disastri climatici, guerre inoppugnabili quanto incredibili ed informatizzate, eccetera. In realtà in questa fase storica non vi è maggiore incertezza rispetto al passato ma oggi essa è talmente evidente ed alimentata dalla (legittima) consapevolezza dei rischi, che non c’è modo di lasciar sedimentare le notizie traendone un senso logico in modo che si riducano fino ad essere gestibili dalla mente umana. Tutto giusto, ma l’uomo non è adatto a questo turbine, la sua psicologia non regge facilmente la consapevolezza dell’ignoto se essa è fin troppo assidua. Accade così che ci troviamo a sostenere un inevitabile impatto, che produce un effetto potenzialmente devastante con l’aumento della soglia di incertezza che pervade ogni angolo dell’esistenza in ognuno di noi, senza che chiunque ne sappia conoscere la vera origine.
Accade spesso che una vera e propria angoscia investa il soggetto con effetti imponenti, ancor più nei soggetti caratterizzati da intensa fragilità. L’ansia che ne deriva è quella che produce nella società il risultato di un’angoscia del futuro che viene avvertito come tremendamente pesante, in una consapevolezza esistenziale maggiore, ma proprio per questo in grado di produrre un timore a cui non sappiamo far fronte. Da una parte il bisogno di conoscere, dall’altra quanto è possibile sostenere di quello che si è in grado di sapere. Anche questo è l’uomo.